I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione riguardano impulsi e comportamenti disfunzionali che possono estendersi a tutte le fasce d’età, compromettere seriamente il funzionamento sociale e sanitario ed hanno anche il più alto tasso di mortalità di qualsiasi disturbo mentale.
Ma solo le ragazze adolescenti possono ammalarsi di un disturbo alimentare?
Contrariamente alla credenza popolare, i disturbi alimentari non interessano quindi solo le ragazze adolescenti; sono presenti nelle persone di tutti i generi, età, razze, etnie e status socioeconomici, anche se statisticamente sono più comunemente diagnosticati nella popolazione femminile. I maschi sono sotto-rappresentati nelle statistiche sui disordini alimentari – lo stigma di avere una condizione associata principalmente alle femmine spesso impedisce loro di cercare aiuto e di farsi diagnosticare; inoltre, i disturbi alimentari possono presentarsi anche in modo diverso nei maschi.
I disturbi dell’alimentazione sono caratterizzati da “grossolane alterazioni del comportamento alimentare”(DSM-5) e possono includere Disturbo da ruminazione, caratterizzato del ripetuto rigurgito di cibo che interessa principalmente neonati e bambini e non è forzato né indotto ma spontaneo; il Disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo, l’Anoressia e la Bulimia nervose ed il Disturbo da binge-eating.
Disturbo evitante – restrittivo dell’assunzione di cibo
Si tratta di un disturbo che si manifesta con l’evitamento o la limitazione dell’assunzione di cibo e si verifica in tutte le fasce d’età.
Esistono in letteratura tre principali sotto tipologie:
- Individui che non mangiano a sufficienza o che mostrano poco interesse per il mangiare o il cibo in sé;
- Individui che pongono dei limiti restrittivi alla loro dieta in relazione alle caratteristiche sensoriali del cibo;
- Individui il cui rifiuto di un certo tipo di cibo è collegato ad una esperienza traumatica
Le persone che presentano il primo tipo solitamente sviluppano il disturbo nella prima o nella seconda infanzia, raramente si presenta con esordio nell’età adulta; non pensiamo però all’atteggiamento schizzinoso in alcuni bambini, perché si tratta di sintomi che vanno a compromettere lo sviluppo fisico, che portano a difficoltà relazionali e sociali, stress nelle persone che si prendono cura del bambino e problematiche che vanno ad influire sulle dinamiche familiari interne.
Questo disturbo fa si che la crescita sia discontinua e che si possano avere delle mancanze per quanto riguarda la corretta alimentazione; una conseguenza è data dalla tendenza dei genitori di questi bambini a dipendere emotivamente dalla nutrizione nell’accudire il proprio bambino, e questo può sicuramente interferire con le relazioni sociali di quella famiglia.
Anoressia Nervosa
Si sente tanto parlare di anoressia, tanto che questa parola è entrata nello slang quotidiano per indicare una persona molto magra (“Ma sei anoressica/o! Sei sicura/o di mangiare?!?”)….
ma in cosa consiste davvero l’anoressia?
L’anoressia nervosa è caratterizzata da una significativa perdita di peso dovuta ad un’eccessiva riduzione dell’assunzione di cibo, ed è spesso associata a condotte di evacuazione(ovvero il vomito); alla restrizione dell’apporto energetico si associa una intensa paura di aumentare di peso e l’alterata percezione del proprio corpo; spesso la paura di aumentare di peso spinge al rifiuto di mantenere il proprio peso corporeo nei limiti della norma.
La perdita di peso è vista e vissuta come una conquista, oltre che un segnale di grande autocontrollo e disciplina.
Il disturbo è associato a un’immagine distorta di sé, tipicamente chi ne soffre si guarda allo specchio e l’immagine che vede non è quella di una persona magra, molto magra…tutt’altro! L’anoressica/o presenta anche altre distorsioni cognitive che riguardano il cibo e l’alimentazione: queste persone si impegnano in un costante ed attento controllo del proprio peso e nella costante osservazione del proprio corpo allo specchio.
Sul piano clinico sono caratterizzate dal mantenimento di un peso corporeo al di sotto di quello minimo considerato normale per età, sesso, sviluppo e salute fisica. È un disturbo associato ad alti tassi di morbilità, come aritmie cardiache, osteoporosi, ritardi nella crescita, e ad alti tassi di mortalità.
L’esordio è tipicamente nel corso dell’adolescenza e la diffusione è tendenzialmente maggiore tra le femmine, ma può colpire maschi e femmine di ogni età, razza, etnia o status sociale; tuttavia sembra che abbia, insieme alla bulimia, una maggior prevalenza nelle società industrializzate, dove il cibo è abbondante e le capacità seduttive del corpo sono generalmente ancora associate alla magrezza, anche se negli ultimi anni si stanno portando avanti politiche di sensibilizzazione.
L’esordio dell’anoressia è associato spesso ad un evento stressante nella vita della persona, quale potrebbe essere lasciare il proprio nucleo familiare per gli studi, ed è spesso accompagnato da sentimenti di vergogna che possono impedire una diagnosi precoce.
Sul piano emotivo-relazionale può essere presente una depressione dell’umore, una tendenza al ritiro progressivo dalle attività sociali e dal contatto con gli altri, bassi livelli di autostima e scarso interesse per le attività sessuali, oltre che una sintomatologia comprendente ansia e tensione continue.
Sul piano cognitivo subentra spesso la preoccupazione di esser inadeguati o incompetenti, di non meritare l’affetto e l’amore degli altri, e si sviluppano tutta una serie di strategie volte a far fronte a queste preoccupazioni.
Rispetto al livello relazionale si incontrano difficoltà relative a controllo e perfezionismo estremi che si possono ritrovare nelle famiglie d’origine, con una tendenza a tenere tutto segreto per rendere impossibile la vicinanza emotiva; le relazioni con gli altri sembrano così superficiali e apparentemente immature per l’età.
Si tende a gestire la paura di non essere amati mettendo in atto comportamenti accomodanti o compiacenti che sono però strumentali al piacere all’altro e non reali.
Bulimia Nervosa
Cosa si pensa quando si sente la parola bulimia?
Tipicamente la prima risposta che viene in mente è “mangiare e vomitare”. In effetti la bulimia è caratterizzata da un ciclo di abbuffate di cibo (come ad esempio consumare una grande quantità di cibo in un breve lasso di tempo) seguite da condotte di evacuazione (spesso vomito autoindotto, ma anche abuso di lassativo o attività fisica eccessiva) con le quali si cerca di liberare il corpo dalle calorie ingerite e non desiderate e di evitare così un aumento di peso.
Come per l’anoressia, anche per la bulimia nervosa ci sono delle possibili conseguenze mediche associate al disturbo, come ad esempio erosione dello smalto dei denti o perdita degli stessi, rotture di stomaco ed esofago, costipazione o aritmie. È però più subdola, perché non necessariamente si arriva al punto in cui il problema è visibile agli occhi degli altri, chi ne soffre può tranquillamente mantenere un peso “normale”.
La sintomatologia si presenta generalmente più tardi nel ciclo di vita, in genere la riduzione di peso è inferiore rispetto all’anoressia, e generalmente le caratteristiche di personalità includono estroversione ed impulsività.
La prevalenza della bulimia è nelle donne, con il 90% delle diagnosi per il sesso femminile.
L’assunzione del cibo in grandi quantità è accompagnata da una disforia (alterazione dell’umore sul versante depressivo) transitoria, alla quale spesso seguono severe autocritiche e la sensazione di perdita del controllo rispetto a ciò che si sta mangiando.
Sul piano emotivo questo disturbo annovera una serie di preoccupazioni relative alla sensazione di essere affamati di cure e di affetto ed al desiderio di essere amati alle quali si accompagnano sentimenti di fallimento, debolezza e vergogna; queste persone sentono di essere prive di valore e hanno timore di essere abbandonati dalle persone significative.
Disturbo binge-eating
È un disturbo caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate ai quali non seguono comportamenti compensatori (vomito o uso di lassativi), ma che sono comunque associati alla sensazione di perdita di controllo. È uno dei disturbi che sta conoscendo il maggiore sviluppo soprattutto nella popolazione degli USA, ed è molto diffuso soprattutto tra le persone che si sottopongono a trattamenti per perdere peso.
La distinzione tra questo disturbo e la bulimia nervosa a volte risulta sfumata e poco chiara, ed è per questo che le due categorie diagnostiche possono rappresentare fasi differenti dello stesso disturbo di base; la popolazione che soffre di questo disturbo è generalmente più anziana rispetto a coloro che soffrono di Bulimia nervosa, hanno maggiori probabilità di essere di sesso maschile ed hanno una età più avanzata all’esordio del disturbo. La stragrande maggioranza ha avuto nella storia clinica passata una diagnosi di Bulimia.