Si sente tanto parlare di disturbi di personalità, è un’espressione che è oramai diventata d’uso comune nel quotidiano, la utilizzano i giornalisti in televisione, il cinema si sbizzarrisce creando film anche molto interessanti su queste patologie portate all’estremo, ma anche nelle conversazioni tra le persone spesso questa definizione salta fuori.
Ma sappiamo davvero cosa significa, quanto invalidante può essere la patologia e quali sono questi disturbi di cui tanto si parla?
Proviamo a fare un po’ di chiarezza!
La Personalità in ognuno, ma cosa è?
Prima di parlare di disturbi, proviamo a riflettere su cosa si intende per personalità: la personalità di un individuo è data dall’insieme di caratteristiche che ognuno possiede e che lo caratterizzano, ovvero definiscono chi è nella vita quotidiana in condizioni ordinarie; ad esempio si possono avere dei tratti dipendenti, oppure ossessivi, sospettosi o narcisisti. Sappiamo che i tratti di personalità sono un qualcosa che ci caratterizza; da questo consegue che i disturbi di personalità si instaurano quando uno specifico tratto di base diventa esagerato, si presenta in modalità eccessive o troppo rigide, oppure abbraccia tutte le circostanze della vita.
I disturbi di personalità sono quindi dei modelli duraturi di comportamenti non adattativi, vale a dire rigidi e poco utili al funzionamento complessivo della persona che ne soffre, tanto da compromettere il suo modo di percepire o di relazionarsi nei confronti dell’ambiente o di se stessi.
I disturbi di Personalità: introduzione
Le persone con disturbi di personalità sperimentano se stessi ed il mondo intero in modalità altamente stressanti che possono compromettere le loro capacità di funzionamento quotidiano: questo significa che potrebbero – a seconda della gravità del disturbo – non essere in grado di provvedere a sé stessi autonomamente e svolgere le azioni di tutti i giorni come alzarsi, prepararsi la colazione, andare a lavorare, intrattenere conversazioni, coltivare relazioni, occuparsi di eventuali figli, fare la spesa, etc.
I disturbi di personalità possono essere considerati come varianti patologiche della personalità normale…insomma, sono un campanello d’allarme che ci dice che qualcosa non funziona bene!
Queste esperienze disadattive spesso cominciano durante l’infanzia o l’adolescenza e persistono nel tempo e nelle diverse esperienze di vita; le emozioni, i pensieri ed i comportamenti sperimentati dalla persona sono molto diversi a seconda del disturbo specifico di cui soffre.
Al contrario delle persone che soffrono di disturbi dell’umore (Depressivi, Bipolari) o di ansia, che implicano anch’essi un comportamento che può essere non adattivo nel modo in cui l’abbiamo inteso prima, le persone con disturbi di personalità di solito non si sentono agitate o ansiose per la loro patologia, quindi sono scarsamente motivate a modificare il loro comportamento; il contatto con la realtà è mantenuto così come un certo grado di organizzazione comportamentale.
Psicologia Clinica: il DSM – V
Il DSM – V nella sua versione recentemente rivista è un manuale che viene utilizzato da clinici (psichiatri, medici, psicologi, etc.) e ricercatori con differenti orientamenti; fornisce una definizione categoriale che suddivide i disturbi mentali sulla base di alcuni criteri con caratteristiche descrittive, senza avere la presunzione che ogni categoria di disturbo mentale sia un’entità totalmente distinta dalle altre, con confini assoluti che la separano dagli altri disturbi mentali o dalla normalità.
Anche perché quasi sempre i disturbi psicologici non sono rigidi e immutabili ma si distribuiscono in un continuum: possiamo essere più o meno ansiosi, più o meno depressi e così via.
Vengono riconosciuti nel mondo clinico vari disturbi di personalità, ed in particolare nella nuova versione del Manuale diagnostico ne sono presenti sei: antisociale, borderline, ossessivo– compulsivo, narcisistico, evitante e schizotipico.
Ognuno di questi disturbi ha caratteristiche peculiari ed il trattamento del problema durante le sedute di psicoterapia può essere molto vario e differenziato, proprio perché le differenze nel modo in cui si presentano i vari disturbi cambiano molto da persona a persona; quindi in terapia è assolutamente necessario che lo psicoterapeuta, dopo aver riflettuto insieme al paziente su quello che sembra non “funzionare bene”, crei un trattamento individualizzato e specifico proprio per quella persona, con la sua storia e le sue difficoltà, che possa aiutarla ad uscire dalla patologia.
Nei paragrafi successivi vi darò una breve e sintetica descrizione di questi disturbi, che ci possa aiutare a capire meglio l’argomento.
Disturbo Antisociale di Personalità
Le caratteristiche di questo disturbo si possono ricondurre alla mancanza del senso di responsabilità, scarsa moralità o scarsa preoccupazione verso gli altri, con un comportamento quasi completamente determinato dai loro bisogni personali.
Mentre solitamente le persone realizzano, durante il proprio percorso di crescita e maturazione, che esistono alcune restrizioni al comportamento e che talvolta il proprio piacere personale deve essere lasciato da parte per tenere in considerazione i bisogni degli altri, le persone con personalità antisociale considerano raramente esigenze che non siano le proprie; si comportano impulsivamente, ricercano la gratificazione immediata dei loro bisogni e tollerano molto poco la frustrazione.
Un esempio calzante preso dal mondo cinematografico che ci possa aiutare ad inquadrare il tipo di persona potrebbe essere Antony Hopkins in “Il silenzio degli innocenti”!
La persona che presenta questo disturbo non prova sentimenti per nessuno a parte sé stessa, sembra non provare sensi di colpa o rimorso per le conseguenze delle sue azioni e non si cura di quanto il suo comportamento possa far soffrire coloro che le stanno accanto. C’è una spiccata tendenza a mentire e a ricercare stimoli eccitanti, sopra le righe, che possono diventare veri e propri pericoli senza che si preoccupino degli eventuali danni; spesso a queste caratteristiche si accompagnano il fascino, l’intelligenza e la capacità di manipolare gli altri per i propri scopi.
Grazie a queste caratteristiche potrebbero raggiungere posizioni sociali elevate ma l’inquietudine e l’impulsività li portano velocemente a svelare la loro vera natura e a rovinare quello che hanno costruito sia in ambito lavorativo che relazionale.
C’è da dire che la sindrome completa del disturbo antisociale è piuttosto rara (Kraus & Reynolds, 2001) e che solitamente insorge più frequentemente negli uomini che nelle donne.
Disturbo Borderline di Personalità
Si tratta di un disturbo caratterizzato da un’estrema variabilità rispetto all’umore, al modo di gestire le relazioni e alla percezione di sé; la caratteristica principale è quella dell’instabilità, che abbraccia tutta la sfera affettiva e sociale dell’individuo.
L’umore è estremamente variabile, possono avere forti attacchi depressivi, d’ansia o rabbia che compaiono frequentemente e spesso senza una motivazione basata su dati di realtà; l’immagine che queste persone hanno di sé stessi è di conseguenza instabile, possono alternare periodi di dubbi su di sé e sul proprio modo di essere ad altri di grandiosità.
Le relazioni interpersonali risentono di questa instabilità, c’è una tendenza a idealizzare l’altro e a svalutarlo fortemente, alternando queste due modalità anche senza un pretesto evidente.
Se vogliamo pensare ad un esempio di disturbo borderline riferito ad una rappresentazione cinematografica possiamo pensare a Glenn Close nel film “Attrazione fatale”!
Rispetto alla propria sfera emotiva queste persone hanno spesso la sensazione di sentirsi “vuote” e cercano di riempire questo vuoto con le relazioni o con attività varie che però hanno poi difficoltà a coltivare e mantenere nel tempo; rispetto alle relazioni hanno spesso difficoltà a mettersi nei panni degli altri e a poter immaginare come potrebbero sentirsi le altre persone a seguito delle loro azioni, ragion per cui possono interpretare erroneamente le azioni degli altri come abbandoniche o di rifiuto verso di sé.
L’impulsività è un’altra caratteristica importante, che può sfociare in comportamenti lesivi più o meno gravi verso sé stessi.
Spesso capita leggendo qua e là sul web di riconoscersi in una descrizione sintomatologica, ma soprattutto nei disturbi di personalità è assolutamente fondamentale evitare l’autodiagnosi e richiedere il supporto del professionista – in questo caso dello psicoterapeuta – per poter diagnosticare correttamente l’eventuale disturbo e poter lavorare insieme intraprendendo un percorso di terapia con obiettivi concordati volto al superamento della difficoltà in cui ci si trova.
Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità
La personalità è caratterizzata da eccessivo perfezionismo, ordine e controllo mentale ed interpersonale, con un’attenzione esagerata per le regole ed una costante ricerca della perfezione che risultano alla fine penalizzanti perché inconcludenti. Si perdono spesso nei loro pensieri riguardanti programmi dettagliati, liste o procedure con una conseguente difficoltà nella gestione ed organizzazione del tempo a disposizione; trascurano le scadenze e hanno difficoltà a focalizzare la priorità degli obiettivi perché sono concentrati a raggiungere la loro idea di perfezione in quello che stanno facendo.
Rimane poco spazio nella loro vita per le relazioni interpersonali o il tempo libero, le amicizie vengono sacrificate a favore del dovere; nel campo lavorativo sono molto efficienti, coscienziosi e devoti al lavoro piuttosto che alle attività ricreative.
Il controllo è una caratteristica importante, coinvolge ogni situazione dell’ambiente fisico e interpersonale, oltre che l’affettività.
Non presenta però le ossessioni e compulsioni che sono tipiche anche nell’immaginario comune, che invece appartengono al Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Inoltre chi presenta le caratteristiche di questo disturbo di personalità attribuisce un valore positivo al proprio stile di vita, è soddisfatto delle proprie peculiarità e le percepisce come positive, mentre il paziente con il disturbo DOC prova frustrazione e disagio.
Disturbo Narcisistico di Personalità
Il termine narcisismo origina dal mito di Narciso, il quale, attratto dalla bellezza della propria immagine, si rispecchiò nell’acqua cadendovi dentro e annegando.
È caratterizzato dall’estrema necessità di essere ammirati, dalla grandiosità dei gesti e del linguaggio oltre che dalla mancanza di empatia; queste persone percepiscono sé stesse come speciali ed uniche e si aspettano che anche gli altri le percepiscano allo stesso modo; la loro autostima è elevata, con il rischio di sovrastimare le proprie capacità.
Tuttavia il senso di grandiosità è allo stesso tempo evidente e fragile, motivo per il quale sono costantemente spinti a ricercare conferme e rassicurazioni dagli altri, che sono spesso strumentalizzati ai fini della soddisfazione personale attraverso l’uso frequente di bugie e atteggiamenti manipolatori.
Si circondano spesso di persone che ricoprono ruoli importanti nella società.
Hanno una scarsa empatia e poca capacità di capire e osservare le necessità e i bisogni degli altri.
Come tutti i disturbi non è da leggere in termini assolutistici ma da vedere come lungo un continuum che va dalla normalità alla patologia: significa che non tutti coloro che presentano alcune di queste caratteristiche, magari accennate, presentano il disturbo! Anzi molto spesso è facile ritrovarsi in alcune definizioni, ma perché ci sia una diagnosi bisogna sempre affidarsi ad uno specialista.
Disturbo Evitante di Personalità
È un disturbo caratterizzato da una forte inibizione sociale dovuta al timore della disapprovazione degli altri; queste persone si sentono inadeguate e sono molto sensibili a qualsiasi giudizio negativo, quindi evitano tutte le situazioni sociali che li esporrebbero ad un contatto interpersonale significativo e che potrebbero potenzialmente metterlo in cattiva luce nei confronti degli altri. Per questo sono persone spesso solitarie, che difficilmente si uniscono ad attività di gruppo, non parlano volentieri di sé e non esprimono i propri sentimenti e la propria emotività per il timore di essere messi in ridicolo o umiliati.
Si sentono inferiori agli altri, poco attraenti e nonostante sentano il desiderio di essere socialmente attivi credono di non esserne capaci e rimangono spesso soli.
Disturbo Schizotipico di Personalità
Dal punto di vista generale le persone che presentano le caratteristiche di questo disturbo sono caratterizzate da molteplici deficit sociali ed interpersonali che derivano da un comportamento insolito; il risultato è spesso una difficoltà elevata sul piano relazionale ed un disagio nell’instaurare contatti stretti con le altre persone.
Sono persone eccentriche e bizzarre sul piano cognitivo, con una inclinazione al pensiero magico e ad esperienze di percezioni insolite e non reali; potrebbero credere di avere “un sesto senso” che permetterebbe di poter prevedere gli eventi o leggere nel pensiero altrui.
Stabilire una comunicazione con queste persone potrebbe risultare complesso per gli altri oltre che per loro stessi e da questo deriva una sorta di ansia sociale che impedisce il mantenimento di amicizie profonde associata ad una certa sospettosità nei confronti dell’altro; lo stile di vita che conducono è molto isolato da contatti sociali e lavorativi.
Il rapporto con la realtà è in bilico, precario, e potrebbero esistere degli episodi psicotici.
Le persone che soffrono di questo disturbo sono generalmente seguite dai servizi come i Centri di Salute Mentale, intraprendendo un percorso psichiatrico con l’ausilio di una terapia farmacologica, oltre che psicoterapeutico.