Secondo il DSM-5 i disturbi correlati all’uso di sostanze sono suddivisi in 10 classi di sostanze che si riferiscono a: alcol, caffeina, cannabis, allucinogeni, inalanti, oppiacei, sedativi, stimolanti, tabacco e altre sostanze. Anche se di fatto nel manuale è operata una separazione tra le sostanze, spesso non sono completamente separabili, perché vengono attivati circuiti di ricompensa cerebrali simili per le varie sostanze ed il loro uso abbinato è molto frequente. Tutte le classi producono una serie di effetti comportamentali che ne alimentano il consumo stesso; il disturbo da gioco d’azzardo pur non essendo una dipendenza da sostanza genera effetti cerebrali e comportamentali simili a quelli prodotti dalle sostanze d’abuso (Potenza, 2006), attivando lo stesso sistema di ricompensa del cervello.
Esistono altri comportamenti, le dipendenze comportamentali, come l’uso di Intenet o lo shopping compulsivo, che sembrano avere effetti simili e dei quali parleremo più avanti come “nuove dipendenze”.
Secondo la National Survey on Drug Use and Health (NSDUH), circa 27,1 milioni di americani dai 12 anni di età in su dichiarano di utilizzare attualmente droghe illecite: ciò significa che il 10,1% della popolazione americana ammette l’uso di droghe illegali, che rientrano nelle classi elencate in precedenza.
Disturbi correlati all’ uso di alcol
Questo disturbo descrive delle problematiche relative al consumo di questa sostanza che comportino una compromissione o un disagio significativi sul piano clinico che si riflettono anche sugli aspetti relazionali, sociali ed ambientali.
L’astinenza da alcol è caratterizzata da una serie di sintomi che si sviluppano da 4 a 12 ore dopo la diminuzione dell’assunzione che può seguire ad una prolungata ingestione di alcol.
L’intossicazione è la manifestazione di cambiamenti comportamentali o psicologici problematici clinicamente significativi che si sviluppano in seguito all’ingestione di alcol; possono generare situazioni che possono comportare pericoli per la vita della persona.
Il craving è il forte desiderio della sostanza, quindi del bere, che rende difficile spostare il pensiero su altro ed è solitamente limitato nel tempo.
Le persone che presentano questa dipendenza hanno difficoltà nel mantenere impegni lavorativi o scolastici, mantenere le relazioni familiari ed occuparsi dei bambini, oltre che presentare numerosi problemi nella gestione degli aspetti sociali ed interpersonali della loro vita.
Il DSM-5 descrive coloro che presentano il disturbo da uso di alcool come coloro che continuano a bere nonostante i ricorrenti problemi sociali, interpersonali e legali a causa del loro consumo di alcol.
Le persone che hanno sviluppato una dipendenza dall’alcol generalmente richiedono un aiuto esterno per smettere di bere, che potrebbe includere disintossicazione, cure mediche e psichiatriche, associati a percorsi psicoterapeutici mirati.
Disturbi correlati all’uso di cannabis
Il termine cannabis è generico e si riferisce all’uso di cannabis sativa, meglio conosciuta come marijuana, erba, spinello, etc.; il principale ingrediente psicoattivo è il THC (delta 9 tetraidrocannabinolo).
Gli effetti cerebrali sono molteplici, per lo più derivanti dalle interazioni con alcuni recettori cannabinoidi che sono diffusi in tutto il sistema nervoso centrale.
Le persone che utilizzano regolarmente questa sostanza possono potenzialmente mostrare tutte le caratteristiche diagnostiche e la sintomatologia che presentano in generale i disturbi da sostanze; se l’assunzione diventa cronica si manifesta la tolleranza farmacologica e comportamentale, che però scompare se il consumo viene interrotto per un periodo di tempo significativo. Se l’interruzione è brusca possono verificarsi sintomi da astinenza come rabbia, irritabilità, depressione, ansia.
L’uso della cannabis può essere esteso a tutto il giorno e perdurare per mesi o anni, e in caso di utilizzo nell’ambiente domestico può suscitare discussioni con il/la partner o i genitori, ed avere in generale una cattiva influenza sulle dinamiche familiari e sulla gestione delle stesse.
Disturbi correlati alla caffeina
Una delle sostanze psicoattive più utilizzate al mondo è proprio la caffeina, generalmente assunta grazie ad un buon caffè, oppure più genericamente attraverso bevande energetiche che possono contenerne il principio attivo; ma forse non tutti sanno che anche nel cioccolato, nel tè ed in alcuni farmaci da banco possono contenere caffeina.
Si può parlare di intossicazione da caffeina se si è assunta recentemente ed esiste la presenza di sintomi quali irrequietezza, nervosismo, insonnia, eccitamento, vampate di calore o disturbi gastrointestinali; essi possono presentarsi con l’assunzione dell’equivalente di 1 o 2 tazze di caffè al giormo. Con livelli superiori che si avvicinano a 1 g al giorno possono comparire sintomi più gravi come flusso incoerente di pensiero, agitazione psicomotoria e resistenza forzata alla fatica, tachicardia.
È però presente una grande differenza individuale, non tutti sviluppano questi sintomi poiché alcune persone hanno una predisposizione alla tolleranza maggiore di altri.
Generalmente la sintomatologia va in remissione entro un giorno e non provoca conseguenze durature nel tempo. È possibile sviluppare uno stato di dipendenza fisica che compromette la capacità dell’individuo di controllarne il consumo, e considerato il valore sociale che ha l’assunzione del caffè i forti consumatori di caffeina possono essere non consapevoli della loro condizione di dipendenza fisica.
Disturbi correlati agli oppiacei
Gli oppiacei sono sostanze naturali e sintetiche con azione sul corpo simile alla morfina e possono essere prescritti come analgesici, anestetici e sedativi della tosse; eroina e oppio sono tra gli oppiacei illegali maggiormente consumati al mondo, con tassi di mortalità elevati.
I sintomi collegati al disturbo da uso di oppiacei si presentano dopo un’auto somministrazione prolungata e compulsiva della sostanza, di modo che le attività quotidiane sono pianificate con l’obiettivo dell’ottenimento della sostanza stessa. Il craving è molto intenso, le difficoltà si riflettono a cascata nella compromissione dell’adempimento dei propri ruoli in ambito lavorativo, familiare o scolastico, e la soglia di tolleranza tende ad essere sempre più elevata con il passare del tempo e della somministrazione prolungata.
Solitamente queste persone sono seguite dai servizi pubblici come i Ser.D. (Servizi per le dipendenze patologiche) e spesso passano dei periodi di cure in comunità o case di cura specializzate.
Disturbi correlati al tabacco
Il disturbo da uso di tabacco è comune tra i consumatori abituali di sigarette; la tolleranza che si sviluppa al tabacco risulta evidente quando non si sente più nausea o vertigini nel momento in cui si riprende a fumare.
Se si smette di fumare si può incorrere in una sindrome da astinenza ben definita, con sintomi quali irritabilità, rabbia, ansia, difficoltà di concentrazione, aumento dell’appetito, umore depresso, insonnia; le persone possono quindi continuare ad assumere tabacco anche per alleviare o evitare questa sintomatologia.
È possibile iniziare una psicoterapia avendo tra gli obiettivi smettere di fumare, se questa abitudine inizia a diventare un peso per la persona e sente che può essere arrivato il momento di occuparsi di questa parte di sé che razionalmente sa essere portatrice di svantaggi reali che possono portare anche alla morte, ma che nonostante questo risulta così difficile da abbandonare. Generalmente si ottengono ottimi risultati da questi lavori su sé stessi in terapia, se la motivazione è alta.