I disturbi psicosomatici sono spesso fraintesi o non capiti. In generale questo termine è usato quando un problema psichiatrico, come la depressione, l’ansia, lo stress o un altro disturbo, si manifesta sotto forma di sintomi fisici che apparentemente non sembrano essere collegati al disturbo stesso.
Ma allora come capisco se il sintomo fisico è un segnale oppure no?
Per fare una diagnosi di un disturbo psicosomatico, non ci devono essere altre spiegazioni mediche per i sintomi; i disturbi che presentano sintomi fisici, ma hanno il pensiero e le emozioni come origine, sono definiti come psicosomatici. Una malattia psicosomatica proviene da stress emotivo o da schemi di pensiero che risultano essere dannosi per la persona e progredisce con i sintomi fisici, di solito quando il sistema immunitario di una persona è compromesso a causa dello stress.
È sicuramente importante “andare a monte” e trattare la radice del problema, quindi gestire lo stress o la difficoltà irrisolta che ha portato ai sintomi, ma è altrettanto importante gestire i sintomi reali finché non si ha l’opportunità di trattare i problemi a monte.
Si potrebbe pensare a una malattia psicosomatica come ad una alluvione che si verifica in un fiume quando una diga si rompe: il passo più importante nella prevenzione di ulteriori inondazioni è quello di aggiustare il danno. Tuttavia è anche importante affrontare e gestire le inondazioni che si sono verificate a valle mentre la diga è in riparazione. In altre parole, potrebbe essere necessario sperimentare delle terapie alternative che curino i sintomi, come ad esempio il training autogeno, che possano aiutare a gestire la parte fisica mentre si inizia a lavorare sulle difficoltà che stanno alla base.
Un malinteso comune è che una condizione psicosomatica sia immaginaria o sia “tutto nella mente” della persona che ne soffre. In realtà, ed è importante sottolinearlo, i sintomi fisici dei disturbi psicosomatici sono reali e dovrebbero essere trattati tempestivamente ed accuratamente, come si farebbe con qualsiasi altra malattia.
Quanti tipi di disturbi psicosomatici esistono?
Disturbo di somatizzazione
Perché sia diagnosticato devono essere presenti quattro sintomi di dolore, due sintomi gastrointestinali (come diarrea o stitichezza), un problema sessuale e un problema neurologico. Capita spesso che questi problemi non siano costanti e non si presentino tutti insieme ma che vadano e vengano; sicuramente vanno di pari passo con i sintomi di ansia o dei disturbi dell’umore. Inoltre, i pazienti con questi problemi sono spesso a consulto dai vari specialisti per occuparsi dei vari disturbi di cui soffrono separatamente, così che la diagnosi risulta poi difficile perché c’è necessità di una figura che riunisca tutti i pezzi e dia una visione d’insieme. È facile che chi ne soffre si rivolga ad uno psicoterapeuta come “ultima spiaggia”, quando invece probabilmente si sarebbe risparmiato molte peripezie tra visite e farmaci vari!
Quindi se i sintomi principali non possono essere attribuiti a una condizione medica conosciuta o agli effetti diretti di alcune sostanze, o se i disturbi fisici sono maggiori di quanto ci si aspetterebbe in base all’esame fisico ed alla storia clinica, allora è possibile che ci siano i criteri per una diagnosi del disturbo di somatizzazione.
Disturbo di conversione
Qui i sintomi caratterizzano una condizione puramente neurologica; ad esempio, i sintomi del disturbo di conversione di solito influenzano le funzioni motorie o sensoriali volontarie, che possono causare un’ampia gamma di deficit neurologici come anomalie nel camminare, cambiamenti visivi o sensoriali, convulsioni. Di solito i sintomi sono preceduti da eventi stressanti che fungono da attivatori, ma questi eventi possono presentarsi anche molti mesi prima che i sintomi inizino.
Ipocondria
L’ipocondria consiste nella convinzione di essere gravemente malato, nonostante tutti gli accertamenti medici effettuati diano parere negativo. Solitamente queste persone passano molto tempo a consultare più medici per cercare una rassicurazione che anche se arriva è comunque effimera perché viene subito messa in dubbio da mille domande che affollano la mente. Di solito i primi sintomi si presentano dopo i 20 anni ed è un disturbo che tende ad essere cronico anche perché spesso non viene diagnosticato correttamente ma considerato come una “caratteristica personale”.
Ma cosa significano realmente queste diagnosi?
La frase “è tutto nella tua testa” di cui parlavamo all’inizio racchiude tutto ciò che fa sì che sia così complesso diagnosticare correttamente questo disturbo.
Molte persone faticano a cedere alla possibilità che i loro sintomi siano di origine psichiatrica perché “li sentono così reali“; ma forse quello che sentono davvero è che i sintomi non sono sotto il loro controllo, e questo è assolutamente vero! È fondamentale riconoscere e sapere che i sintomi della malattia psicosomatica non sono immaginari, i sintomi non sono falsi, anzi.
È anche importante sapere che avere un disturbo psicosomatico non rende qualcuno “pazzo”. È invece possibile che l’espressione attraverso un sintomo fisico di un dolore non esprimibile a parole sia la chiave di lettura possibile per questi problemi: un’emozione che per qualche motivo non può essere espressa attraverso altri mezzi; oltretutto spesso non si è affatto consapevoli che ci possa essere la sfera emotiva dietro ai disturbi psicosomatici, e quindi si cerca di risolvere la situazione soltanto occupandosi uno per uno dei vari sintomi fisici senza considerare la natura del problema.