Lo stress fa parte della nostra vita, lo conosciamo tutti e ognuno di noi ha sviluppato delle strategie che funzionano, bene o male. Ma per quanto tutti viviamo situazione più o meno stressanti nel nostro quotidiano, non tutti lo proviamo allo stesso modo, ciò che può essere stressante per una persona può benissimo non esserlo per un’altra, le differenza individuali sono molto significative!
Ad esempio, alcune persone possono stressarsi pagando le bollette della luce ogni mese, mentre per altri tale compito non è affatto stressante ma rientra nella routine quotidiana; alcuni sono stressati dalla pressione sul lavoro, mentre altri non riescono ad essere produttivi senza di essa.
Ma lo stress fa sempre male?
Lo stress di per sé non è una condizione negativa, in special modo se presente in piccole quantità; la chiave è capire come gestirlo al meglio, perché gestire lo stress ci rende produttivi e felici, mentre subirlo può danneggiarci e portare al fallimento.
Una strategia efficace potrebbe essere quella di pianificare la tua vita in modo che lo stress non ti sommerga: definire le priorità ed il lavoro su problemi semplici, risolvendoli e poi affrontando difficoltà sempre più complesse.
Esistono delle tecniche per ridurre lo stress?
Siamo tutti diversi – le nostre vite, le situazioni che si creano e le nostre reazioni sono diverse. È per questo che serve una terapia che sia individualizzata e tarata sui bisogni e le esigenze della specifica persona, ma è da sottolineare che esistono alcune tecniche con solide basi scientifiche, come ad esempio il training autogeno, che possono essere utili alla riduzione della sintomatologia percepita, ed essendo tecniche che si apprendono con lo psicoterapeuta ma che richiedono anche un impegno al di fuori della seduta perché diventino efficaci, contribuiscono a creare la sensazione di avere degli strumenti in mano per “combattere” lo stress.
Molti di noi sperimentano i sintomi dello stress in modo molto fisico, anche se lo starting point dello stress è psicologico. È però un dato di fatto che se il corpo manda dei segnali evidenti è più facile fermarsi ed essere quasi costretti ad ascoltarli e quindi ascoltarsi.
Lo stress colpisce il corpo in molti modi diversi; alcuni di questi sono ovvi, ma altri potrebbero non essere così evidenti o facili da rilevare fino a quando non diventano più importanti. Inoltre i sintomi possono essere ambigui! Gli effetti dello stress spesso sembrano sintomi di altre malattie (in parte a causa del fatto che lo stress abbassa l’immunità e ci rende vulnerabili a molte cose), a volte le persone scambiano i sintomi della malattia per lo stress e viceversa.
Quali possono essere i segnali fisici di stress? Esistono dei fattori “universali”?
Mal di testa
Alcuni tipi di mal di testa possono essere legati allo stress, come ad esempio quelli in cui si ha la sensazione di avere una fascia avvolta attorno ai lati della testa che si sta lentamente stringendo.
Raffreddori frequenti o influenza
Esiste una relazione tra stress e immunità: maggiore è il livello di stress, minore è l’efficacia del sistema immunitario. Se le difese immunitarie si abbassano si diventa più sensibili a qualsiasi malanno, dal semplice raffreddore a problemi di salute più significativi; quindi se si è sotto stress in modo eccessivo ci si potrebbe ammalare più spesso.
Problemi di sonno
Ci sono molti modi in cui lo stress influisce sul sonno: può portare ad avere difficoltà ad addormentarsi come farti rimanere sveglio tutta la notte o rendere il sonno meno ristoratore del solito.
Ansia generale
L’ansia svolge un’importante funzione per la sopravvivenza, ma se ti senti ansioso per la maggior parte del tempo potrebbe essere che ci siano troppi fattori di stress nella tua vita, senza necessariamente arrivare a pensare ad un disturbo più importante.
Sentimenti di frustrazione
Se ti trovi di fronte a molte richieste contemporaneamente, il risultato naturale è l’aumento della frustrazione e dell’irritabilità; questo può portare a maggiori difficoltà nelle relazioni e nella felicità personale. Il trucco è trovare modi per prevenire la frustrazione e calmarsi rapidamente (vedi training autogeno).
Riduzione del desiderio sessuale
Lo stress può influenzare la tua libido in diversi modi: puoi essere troppo stanco , o non riuscire a trovare il tempo per il tuo partner, o semplicemente non avere “testa” per quello. Questa mancanza di desiderio sessuale può anche creare più stress nelle relazioni sentimentali, portando a un altro esempio di stress gestito male che porta a maggiori difficoltà da gestire.
Sintomi di disturbo acuto da stress
Nella nuova versione del DSM è stata inserita una nuova parte che riguarda i disturbi correlati a trauma e stress, all’interno della quale si definiscono le caratteristiche dei disturbi che presentano delle reazioni allo stress che non sono utili a superare il momento difficile ma che possono diventare patologiche. Il punto in comune è relativo all’aver sperimentato una situazione traumatica al seguito della quale si sono evidenziati sintomi emotivi e/o comportamentali evidenti.
Le reazioni allo stress possono essere molto diverse in ognuno di noi, ma spesso si possono manifestare sotto forma di ansia o paura legate alla situazione percepita come fonte di stress.
Come posso sapere se quello che sento è patologico oppure è “semplice stress”?
Vediamo insieme alcune situazioni in cui la risposta “fisiologica” allo stress non è più adattiva e si crea un terreno fertile all’insorgenza di un possibile disturbo.
Ad esempio il disturbo da stress acuto è caratterizzato dallo sviluppo di ansia importante, dissociazione (sentirsi disconnessi dall’evento o dalla realtà) ed altri sintomi che si verificano entro un mese dall’esposizione a un fattore di stress traumatico estremo (ad esempio, in caso di morte o incidente grave); i sintomi dissociativi si possono sviluppare quindi in risposta all’evento traumatico. Altre caratteristiche possono manifestarsi con una diminuzione della reattività emotiva, spesso si trova difficile provare piacere in attività precedentemente piacevoli e spesso ci si sente colpevoli nel continuare la propria vita “come se nulla fosse successo”.
Una persona con disturbo acuto da stress può sperimentare difficoltà a concentrarsi, la sensazione di sentirsi distaccati dal proprio corpo, sperimentare il mondo come irreale o avere difficoltà crescente a ricordare dettagli specifici dell’evento traumatico (in questo caso si parla di amnesia dissociativa).
Inoltre, è possibile che l’evento traumatico venga ripetutamente rivissuto (con ricordi ricorrenti, immagini, pensieri, sogni, illusioni, episodi di flashback, la sensazione di rivivere l’evento, provare angoscia quando si viene esposti ai ricordi dell’evento); tutto ciò che richiama il trauma (ad es. luoghi, persone, attività) è tendenzialmente evitato e di solito si verifica una attivazione eccessiva in risposta a stimoli che ricordano il trauma (ad esempio, difficoltà a dormire, irritabilità, scarsa concentrazione, ipervigilanza, o irrequietezza motoria).
Il disturbo acuto da stress è diagnosticato quando un individuo è stato esposto a un evento traumatico in cui la persona ha sperimentato, assistito o si è confrontata con uno o più eventi che hanno comportato la morte effettiva (o minacciata) o lesioni gravi di sé o degli altri.
Durante o dopo l’evento angosciante, si sperimentano alcuni di questi sintomi dissociativi: un senso soggettivo di intorpidimento, distacco o assenza di reattività emotiva/ una riduzione della consapevolezza del proprio ambiente (ad es. “mi sento stordito”) / derealizzazione / depersonalizzazione / amnesia dissociativa (cioè incapacità di ricordare un aspetto importante del trauma).
Inoltre l’evento traumatico viene rivissuto in modo persistente attraverso immagini ricorrenti, pensieri, sogni, illusioni, episodi di flashback o un senso di rivivere l’esperienza.
Di solito le persone tendono ad evitare gli stimoli che suscitano ricordi del trauma (ad esempio, evitando pensieri, sentimenti, conversazioni, attività, luoghi, persone).
Perché si tratti di un disturbo vero e proprio però queste difficoltà devono causare disagio clinicamente significativo percepito dalla persona o una compromissione delle funzioni sociali, lavorative o di altri importanti aspetti del funzionamento; inoltre deve durare per un minimo di 3 giorni e un massimo di 4 settimane e deve verificarsi entro 4 settimane dall’evento traumatico.