Terapia di Coppia

Chiarire gli obiettivi di una terapia è già una parte molto importante della terapia stessa! Ci sono coppie che scelgono di intraprendere un percorso avendo bene in mente dove vogliono arrivare – ma non è detto che con l’aiuto del terapeuta questi obiettivi non si possano ridimensionare – altre che sentono che qualcosa non va più “come prima” ma non riescono a dare un nome a questa sensazione o hanno difficoltà a parlarne.

A questa domanda potrebbero esserci molte risposte, ecco alcuni esempi:

• Trovare una modalità differente di danzare in coppia (Scheinkman), ovvero interrompere quel modello ricorsivo di azioni e reazioni reciproche che può diventare fonte di problemi se inizia una escalation di incomprensioni, che può avere come esito l’incapacità di ascoltarsi, di empatizzare e comunicare efficacemente, di negoziare (fondamentale per una coppia!) e di risolvere i problemi

• uscire da una situazione di stallo che può vedere la messa in gioco di azioni ripetute (conflitti), escalation di strategie di attacco reciproche dalle quali ci si rende conto che non si è più capaci di uscire da soli

• riconoscere le proprie fragilità e vulnerabilità per poterci lavorare con l’aiuto del partner invece di utilizzarle come armi del conflitto

• migliorare le capacità di gestione delle decisioni familiari

• affrontare con modalità adeguate un evento traumatico

All’interno del lavoro con la coppia si tiene conto della storia di ciascun partner nella sua famiglia d’origine e le caratteristiche di entrambi come individui singoli e separati dall’altro, e si esplorano le decisioni che hanno portato alla scelta del partner ed hanno contribuito a creare gli sviluppi della storia della coppia.

Il terapeuta accoglie la presentazione della difficoltà da parte della coppia e insieme si lavora per definire degli obiettivi e raggiungerli, prestando attenzione allo spazio emotivo dei singoli partner per aiutarli a riscrivere la loro storia relazionale con modalità diverse e più soddisfacenti.

La terapia di coppia pone il focus sulla coppia, sui partner e sulle difficoltà che possono trovarsi ad affrontare nel qui ed ora, oltre che sulle possibilità di miglioramento nella comunicazione, nella gestione dei conflitti, nella cooperazione, nella negoziazione e nell’ascolto dell’altro.

La terapia familiare coinvolge anche la coppia di partner, ma lo sguardo è allargato all’insieme delle dinamiche relazionali che si giocano all’interno della famiglia; la famiglia nucleare che richiede l’intervento di terapia può essere composta dai genitori e da uno o più figli, ma l’attenzione non è rivolta solo alla coppia, si allarga alla relazione di ognuno dei genitori con i figli, alla relazione dei figli tra di loro, a come questa influisca sulla coppia genitoriale, e così via.

Nella terapia familiare generalmente è presente tutta la famiglia, anche se esiste la possibilità che il terapeuta richieda di fare dei colloqui solo con i fratelli ad esempio, o solo con la coppia genitoriale, sempre con l’intento del miglioramento delle dinamiche familiari e delle problematiche proposte dalla famiglia stessa.

La terapia di coppia lavora sulle dinamiche conflittuali o sulle aree di difficoltà individuali e relazionali dei due partner; se queste difficoltà hanno un focus che riguarda prettamente la sfera sessuale, allora il percorso più indicato è da effettuarsi con uno Psicoterapeuta specializzato in ambito sessuale, perché si possano affrontare efficacemente queste dinamiche.

Entrambi i partner dovrebbero essere d’accordo a mettersi in gioco e ad intraprendere un percorso di crescita comune. Non è possibile obbligare il partner a fare terapia perché mancherebbe quella parte di motivazione personale che è fondamentale per la riuscita dell’intervento di terapia.

Fatte queste premesse, certamente si può lavorare con lo Psicoterapeuta sulle obiezioni del partner e sulle sue resistenze al percorso per cercare di capire se si può trovare un terreno comune di lavoro!

Si parla di percorso di terapia proprio perché è qualcosa che inizia con l’iniziare della terapia stessa e può proseguire dando i suoi benefici anche dopo che la terapia si è conclusa.

Questo accade perché si impara ad osservare sé stessi e gli altri con modalità differenti e questo ha delle ripercussioni a cascata su tutti gli aspetti della propria vita.

La risposta a questa domanda potrebbe essere dalla prima seduta, oppure dopo qualche mese, oppure in modo continuativo per tutta la durata del percorso, o ancora negli anni successivi al percorso! La variabile che fa sì che la risposta cambi sono le persone, la coppia che intraprende questo percorso, la motivazione e le risorse personali, oltre che la relazione tra loro e con il terapeuta.