Cosa ci Impedisce di Raggiungere i Nostri Obiettivi?
La maggior parte di noi ha degli obiettivi, che possono essere grandi ed importanti come ad esempio tornare a scuola o metter su famiglia oppure piccoli come smaltire la posta indesiderata: cosa ci impedisce di raggiungere i nostri obiettivi?
Perché alcuni obiettivi possono essere raggiunti con successo, mentre altri rimangono nella nostra “to do list” (la lista di cose da fare), tormentandoci per mesi o anche anni alle volte? È sicuramente importante impostare obiettivi che hanno maggiori probabilità di essere raggiunti, ma spesso accade che il problema non risieda tanto negli obiettivi che ci prefiggiamo, quanto nel modo in cui ci impediamo di soddisfarli.
Potresti avere gli obiettivi più funzionali e realistici del mondo, ma se ti dedichi all’auto-sabotaggio la tua possibilità di raggiungere un obiettivo è finita prima ancora di iniziare!
Potresti sapere cosa vuoi ed essere abbastanza sicuro del percorso che devi seguire per ottenerlo, ma può comunque capitare di essere bloccato in uno stallo che diventa di auto-sabotaggio.
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Ti sembra di mettere in atto qualcuno dei seguenti comportamenti?
1. Soffermarsi su pensieri come: “Se solo ….”
1. Soffermarsi su pensieri come: “Se solo ….”
Tutti abbiamo dei rimpianti, sia che riguardino qualcosa che abbiamo fatto (se solo non avessi lasciato il fidanzato del liceo…) oppure qualcosa che non abbiamo fatto (se solo avessi frequentato l’università…).
A volte giochiamo il gioco del “se solo” su cose che non possiamo controllare, ma che vorremmo fossero differenti: se fossimo cresciuti con genitori diversi, se avessimo avuto più talento, se il nostro partner potesse cambiare radicalmente in qualche modo. Questi pensieri possono essere ricorsivi, e possono accompagnarci per molto tempo, persino anni: il vero problema è che non portano all’azione; rivisitare continuamente queste fantasie quando coinvolgono cose sulle quali non abbiamo possibilità di modifica o miglioramento ci mantiene in realtà bloccati. E, peggio ancora, soffermarsi su questi pensieri fa si che si tendano a mantenere gli stessi schemi di pensiero.
Un’ipotesi potrebbe essere provare a trasformare il “se solo” in qualcosa di diverso, accettando ciò che è stato fatto con l’idea di utilizzarlo per influenzare le tue azioni future; ad esempio, “X è così, ma Y può essere in quel modo” oppure “non posso annullare il mio passato, ma posso influenzare il mio futuro“- ed ecco che con questi pensieri pian piano il se solo potrebbe essere rimpiazzato!
2. Avere paura dei propri pensieri
2. Avere paura dei propri pensieri
Uno dei modi più semplici per assicurarsi che un pensiero abbia potere su di te è di provare ad eliminarlo.
A volte lo facciamo perché i nostri pensieri ci terrorizzano: “Questo è la quarta discussione che la mia fidanzata e io stiamo avendo questa settimana. E se fosse stata la scelta sbagliata di fidanzarsi?“, o perché ci sentiamo in colpa per averli: “Il mio collega non sta dando il massimo per questo progetto, ma è una persona simpatica ed un buon amico, quindi non dovrei riportarlo al nostro capo“.
Quando cerca di sopprimere un pensiero però non si ha la possibilità di elaborarlo, per comprenderlo, analizzarlo e forse alla fine decidere che non ha senso. Più combatti i tuoi pensieri, più ti neghi l’opportunità di lavorare su di loro e più ti mantieni bloccato in uno schema negativo.
Prova a riconoscerli e ad affrontarli: ad esempio: “Ho pensato che fosse un errore fidanzarsi, probabilmente perché sono stressato, non devo avere paura di questo pensiero, è umano. Proverò a dormire di più, superare questa brutta settimana di lavoro e vedere se mi sento diverso, altrimenti proverò a prendere delle decisioni sulla mia relazione“.
3. Seppellire i sentimenti
3. Seppellire i sentimenti
Molte persone pensano che riconoscere pienamente i sentimenti significhi esprimere le proprie emozioni senza utilizzare nessun filtro, ma lasciarsi la possibilità di esplorare la propria emotività non è la stessa cosa che scatenare le emozioni indistintamente su tutti coloro che ci circondano.
Se hai avuto la possibilità di riconoscere ed elaborare i tuoi sentimenti sarai meno propenso ad esprimerli in modalità poco appropriate!
Spesso seppelliamo i sentimenti per senso di colpa: “Sono arrabbiato con mia sorella per aver fatto quel commento sul mio peso, ma è una persona dolce e fa molto per me, non ho il diritto di farglielo notare“, o per paura: “Se mi permetto di essere triste per la fine della mia relazione, diventerò così depresso che non sarò nemmeno in grado di andare a lavoro“.
Ma le emozioni non tendono a svanire da sole solo perché cerchiamo di tenerle dentro; riconoscere i tuoi sentimenti non li fa sfuggire al tuo controllo, ma mettere la testa sotto la sabbia potrebbe invece avere proprio questo risultato!
4. Rimandare a domani quel che si potrebbe fare oggi
4. Rimandare a domani quel che si potrebbe fare oggi
Ti senti frustrato dal fatto che sono le tre del pomeriggio e sei riuscito a svolgere poco lavoro, ed il pensiero di quel che ancora ti rimane da fare ti paralizza; molte volte, la reazione naturale è abbandonare il resto della giornata e concentrare le proprie aspettative sul domani, che si presenta come un foglio bianco ancora tutto da scrivere… ma il rischio è che non arrivi mai quel domani!
Le cose ancora da fare saranno sempre al di là della tua portata, perché domani è un obiettivo in costante movimento: se sei una persona che deve avere un “foglio bianco” per essere motivata, non è necessario che sia domani. Perché non iniziare a scrivere quel foglio tra un’ora? O quindici minuti? Questo potrebbe aiutarti a fermare l’idea del tutto o niente che potrebbe portarti a non sfruttare il resto della giornata, allontanandoti sempre più dai tuoi obiettivi. Ancora meglio, cerca dei metodi alternativi: fai una camminata veloce, una breve meditazione, una chiacchierata con un amico, degli esercizi di respirazione. Ognuna di queste cose può aiutare ad incrementare la tua produttività molto meglio del “domani” che, quando ci pensi, non è mai realmente qui.
5. Lasciare che l’inerzia ti danneggi piuttosto che aiutarti
5. Lasciare che l’inerzia ti danneggi piuttosto che aiutarti
L’inerzia è ottima quando è dalla tua parte: se prendi un’abitudine sana e la mantieni per diverse settimane, diventa molto più facile continuare. Ma a volte, l’inerzia si applica alle abitudini che non vogliamo avere e alle attività che ci fanno sentire improduttivi.
È necessario costruire la giusta struttura giorno per giorno in modo che le nuove abitudini possano prendere piede, altrimenti l’inerzia delle vecchie abitudini non scompare mai davvero; l’idea è quella di concentrarsi per far funzionare l’inerzia per noi, piuttosto che contro di noi.