Quali Sono gli Interrogativi per i Genitori che si Trovano a Confrontarsi con un Figlio che Presenta Queste Difficoltà?
In questo articolo mi occupo di un disturbo del quale attualmente si sente parlare sempre di più, ma sul quale ci sono ancora molti interrogativi aperti per i non addetti ai lavori. Cos’è l’Autismo?
Cosa è l’ Autismo?
È un disturbo che ha un esordio molto precoce ed è pervasivo in modo da coinvolgere tutte le aree evolutive della vita del bambino; inizia generalmente in età infantile ma generalmente presenta una condizione di cronicità permanendo, anche se in forme differenti e anche più attenuate, anche in età adulta. L’autismo è caratterizzato da difficoltà nell’interazione sociale, nella comunicazione (deficit del linguaggio verbale e non verbale), oltre che da uno spettro ristretto di attività ed interessi che possono sfociare in movimenti stereotipati o ripetuti solo per una specifica attività.
Sebbene non vi sia una cura per l’autismo esistono vari interventi volti a ridurre o contenere la sintomatologia, con ottimi risultati. Ad oggi gli interventi riabilitativi e psicoeducativi per i Disturbi dello spettro Autistico, basati su ricerche e letteratura scientifica internazionale, fanno riferimento alla terapia cognitivo-comportamentale come l’approccio con le maggiori evidenze scientifiche di miglioramento per i bambini; questa terapia considera l’autismo come una sindrome con pattern comportamentali su basi neurobiologiche che danno vita ad una serie di comportamenti che possono modificarsi a seguito di programmi specifici pensati tenendo conto dell’ambiente relazionale in cui si trova il paziente, oltre che dei suoi bisogni.
Le tecniche cognitivo-comportamentali mirano a stimolare comportamenti adattivi e a ridurre quelli invece problematici attraverso interventi intensivi che possano essere messi in atto con un’azione congiunta tra terapeuti, insegnanti, ma anche dai genitori.
Per un genitore, capire quale approccio adottare con la terapia comportamentale può essere fonte di confusione: occorre cercare di capire quale tipo di terapia comportamentale si adatta meglio a tuo figlio. In effetti, non c’è modo di sapere esattamente cosa funzionerà per ogni individuo, oltre a fare un progetto, essere flessibile nel monitorare i progressi e apportare modifiche quando necessario. La ricerca non dice ancora esattamente quanto o quale tipo di intervento sia il migliore – solo che la terapia comportamentale continua ha beneficio.
L’aspetto positivo dell’intervento comportamentale è che è sia efficace che sicuro, mentre la parte meno positiva è che può essere sia laborioso che costoso.
Autismo: esistono Terapie?
Probabilmente l’intervento maggiormente studiato ed utilizzato per l’autismo è l’Applied Behaviour Analysis (ABA), che esiste da oltre 50 anni; è un approccio scientifico altamente strutturato che insegna il gioco, la comunicazione, la cura di sé, incrementa e sviluppa le abilità sociali e scolastiche e tende a ridurre i comportamenti problematici. Esiste molta letteratura scientifica a riguardo che supporta i miglioramenti nell’utilizzo di questa terapia per i bambini con autismo.
L’ABA è il tipico punto di partenza per i bambini con sintomi più gravi, con una terapia che fabbisogna generalmente di circa 40 ore settimanali (come andare a scuola in una classe a tempo pieno o quasi).
La terapia del comportamento verbale è un tipo di terapia comportamentale che insegna ai bambini che hanno difficoltà nel linguaggio come comunicare intenzionalmente. In altre parole, insegna perché usiamo le parole per ottenere una risposta desiderata; i bambini vengono incoraggiati attraverso la ripetizione ad utilizzare e sviluppare abilità funzionali, per attivare l’idea che la comunicazione produca risultati positivi.
La Cognitive Behavioral Therapy (CBT), sviluppata intorno agli anni ’60, è efficace per ridurre comportamenti che possono risultare problematici come le stereotipie, e può insegnare a regolare meglio le emozioni e sviluppare il controllo degli impulsi.
Altri modelli comportamentali si concentrano maggiormente sullo sviluppo di abilità che il bambino già possiede e lavorano sulle difficoltà con modalità più sottili.
La terapia DIR (Developmental and Individual Differences Relationship), ad esempio, aiuta il bambino a concentrarsi su punti di forza, interessi e abilità comunicative già esistenti, per poi sviluppare le abilità seguendo quel punto di partenza.
In linea generale la pianificazione a lungo termine per i bambini con autismo richiede pazienza e diligenza; spesso la terapia comportamentale non è l’unico intervento necessario, ed è combinata con l’ausilio di altre figure professionali oltre che supportata dal sostegno familiare e scolastico.