L’enorme diffusione degli smartphone ha inaugurato un’era di connettività assoluta e sempre disponibile senza precedenti: tutti siamo costantemente connessi con amici o parenti lontani, l’intrattenimento web è potenzialmente senza fine e le informazioni reperibili potenzialmente illimitate. Attraverso lo smartphone si può sapere che tempo farà prima ancora di alzarsi dal letto, leggere i pettegolezzi mentre si è bloccati nel traffico, effettuare acquisti online mentre si è in un negozio, e trasmettere la propria esperienza su qualsiasi argomento in ogni momento.
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Dipendenza da Smartphone
Secondo alcune ricerche (Perlow, 2012; Andrews et al.2015), i proprietari degli smartphone interagiscono con i propri telefoni in media 85 volte al giorno, anche subito dopo il suono della sveglia, poco prima di andare a dormire ma anche nel bel mezzo della notte.
Il 98% riferisce di non uscire mai di casa senza il proprio telefono, ed il 46% afferma di non poter più vivere senza (Pew Research Center, 2015).
L’imponente presenza di questi dispositivi nei mercati globali e nella vita quotidiana dei consumatori rappresenta un fenomeno di grande importanza, con un alto potenziale in grado di influenzare il benessere di miliardi di consumatori in tutto il mondo. Siccome le persone si rivolgono sempre di più agli schermi dei loro smartphone per la gestione ed il miglioramento della loro vita quotidiana, il quesito è come la dipendenza da questi dispositivi possa influire sulla capacità di pensare e funzionare nel mondo reale, al di fuori degli schermi. Essi permettono di aumentare le proprie risorse, la produttività e di guadagnare tempo, ma da utilizzare per fare cosa?
Cosa significa “Fuga di Cervelli”?
Ma è possibile che la sola presenza del proprio smartphone possa indurre la “fuga di cervello”, occupando risorse cognitive anche se il consumatore controlla la propria attenzione verso un altro compito?
Tutti noi siamo costantemente circondati da informazioni potenzialmente significative, ma la nostra capacità di utilizzarle è vincolata dai sistemi cognitivi che permettono di elaborarne e prestare attenzione solo ad una minima parte di esse, scegliendo quelle più significative…altrimenti il nostro cervello non riuscirebbe a star dietro a tutte queste informazioni!
E va da se che se alcune risorse sono impegnate in un processo, la capacità di elaborazione di nuove informazioni risulta meno disponibile. Vista la mancata corrispondenza tra la quantità di informazioni ambientali e la nostra limitata capacità di elaborarle, dobbiamo essere selettivi nell’impegnare le nostre risorse cognitive, scegliendo stimoli per noi più rilevanti; in questo ci viene in aiuto l’attenzione automatica, che aiuta ad orientare l’attenzione stessa su stimoli rilevanti.
Ma l’attenzione automatica può diminuire le sue prestazioni quando uno stimolo ambientale è spesso rilevante per un individuo, ma irrilevante per il compito che deve svolgere in quel momento; siccome gli smartphone sono assolutamente presenti nelle più piccole cose della vita quotidiana, questo può riflettersi nella sensazione che siano spesso rilevanti per gli obiettivi dei loro proprietari. In questo modo i suoni provenienti dal proprio telefono attivano lo stesso sistema di attenzione involontaria che si attiva quando si risponde al suono del proprio nome (Roye, Jacobsen e Schroger, 2007): diventano quindi stimoli rilevanti che orientano l’attenzione.
E se i consumatori sono impegnati in attività per le quali l’uso del telefono non è necessario, la loro capacità di attirare automaticamente l’attenzione può compromettere quello che stiamo facendo in due modi:
Portano l’attenzione verso azioni e comportamenti associati al proprio telefono
Successivamente l’attenzione risulta divisa tra quello che sto facendo e lo smartphone
Portano l’attenzione verso azioni e comportamenti associati al proprio telefono
Successivamente l’attenzione risulta divisa tra quello che sto facendo e lo smartphone
I risultati di alcune ricerche (Ward, Duke, Gneezy, Bas, 2017) volte all’esplorazione di queste tematiche hanno dimostrato che anche quando le persone riescono a mantenere una attenzione costante – evitando di controllare il proprio telefono – la semplice presenza di questi dispositivi riduce la capacità cognitiva disponibile. E più la dipendenza dallo smartphone è elevata e maggiori sono i costi cognitivi.
Alla luce di queste nuove informazioni, che avrete sicuramente letto dal vostro smartphone (!), vi lascio con una domanda: quanto è grande la vostra dipendenza dallo smartphone?
Mi rivedo in pieno! …ma leggere che abbiamo 85 interazioni di media al giorno è sconvolgente!