Che Cos’è l’Ansia Sociale?
Se cerchiamo sul web delle informazioni sull’ansia sociale per capire di cosa si tratta, azione che compiamo oramai abitualmente per qualsiasi informazione che non conosciamo e vorremmo conoscere, riscontreremo che spesso questa problematica non viene spiegata approfonditamente per dare modo alle persone di comprendere bene tutti gli elementi che la compongono. Di solito è descritto come una lista di sintomi che sono abbastanza ovvi, come “l’individuo spesso si sente nervoso nelle situazioni sociali” e il messaggio è di prenderlo sul serio e cercare un trattamento che possa risiedere nella Terapia Comportamentale o in una terapia farmacologica o entrambi.
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L’ansia sociale è davvero una grave condizione di salute psicologica, ma forse sarebbe più utile avere una guida che permetta di mappare i componenti chiave che entrano nell’ansia sociale. Ciò comporta la comprensione dei seguenti sette elementi:
1) La natura delle emozioni e degli stati d’animo, e la paura e l’ansia in particolare;
2) I tratti della personalità;
3) Il valore relazionale e l’influenza sociale;
4) Attaccamento sicuro vs attaccamento insicuro;
5) Ansia di base su estranei, prestazioni e confronti, conflitti e rifiuti;
6) La natura del filtro tra privato e pubblico nella coscienza umana;
7) Il ruolo del narratore interno, che, nell’ansia sociale, diventa spesso un narratore critico che è probabile che venga attivato in nuove situazioni sociali.
Una volta che abbiamo evidenziato questi componenti, possiamo fare un passo indietro per osservare lo sviluppo di questa problematica per tracciare un quadro chiaro delle sequenze che danno origine alla condizione.
- – Emozioni e stati d’animo: cosa sono le emozioni? Sono “serie di risposte percettive”, il che significa che sono modalità utilizzate per rispondere a determinati fattori scatenanti, situazioni ed eventi rilevanti per i nostri bisogni e obiettivi. Le emozioni possono essere positive e di avvicinamento all’altro nella relazione o negative e di evitamento; ad esempio se si è in uno stato d’animo negativo è più probabile che si abbiano specifiche emozioni negative come vergogna, rabbia o frustrazione. Chi soffre di depressione e / o disturbi d’ansia generalmente si trova in una condizione di stati d’umore cronicamente negativo.
- – I tratti della personalità si riferiscono a ampie differenze tra le persone per cui le persone tendono a sentire, pensare e agire con modalità differenti e specifiche; emergono durante l’infanzia e poi si consolidano nell’età adulta. Ci sono due tratti, due strutture di personalità utilizzate per distinguere modi diversi di rapportarsi al mondo esterno che sono centrali quando si parla ansia sociale: il nevroticismo e l’estroversione; il nevroticismo si riferisce alla stabilità o instabilità del proprio sistema emotivo. Le persone che presenteranno livelli alti di nevroticismo avranno reazioni emotive negative più frequenti e intense agli eventi stressanti, impiegheranno più tempo a calmarsi e avranno pensieri più negativi o pessimisti su di sé e sul proprio ambiente. L’estroversione si riferisce al sistema emozionale positivo ed è anche legata in modo secondario alla propria socialità, quindi alla tendenza a cercare nuovi contatti relazionali e scambi sociali. Se un individuo ha un alto grado di nevroticismo e un basso livello di estroversione, sarà molto più vulnerabile allo sviluppo dell’ansia sociale di qualcuno che ha il profilo del tratto inverso.
- – Valore relazionale e influenza sociale. L’uomo è una creatura sociale con bisogni e obiettivi relazionali; il nostro sistema emotivo ci guida ad affrontare i guadagni ed evitare perdite di valore relazionale e sociale.
Le persone con ansia sociale, in funzione delle loro tendenze di base del sistema emotivo e della loro storia di apprendimento, sono generalmente molto più orientate ad evitare perdite di valore relazionale e di influenza sociale rispetto alla ricerca del guadagno delle relazioni, ma sfortunatamente questa attenzione all’evitamento di perdite immediate spesso finisce per intrappolarli nel tempo.
- – Attaccamento sicuro/insicuro. La base del nostro sistema di relazioni è formata da precoci attaccamenti (Bowlby,1982) e la sicurezza dell’attaccamento è fondamentale per prendersi cura di dell’altro. Iniziacome attaccamento che si manifesta generalmente tra genitori (o figure di accudimento primarie) e bambino e si sviluppa poi per tutta la vita, e si distingue in attaccamento sicuro/insicuro/ambivalente/disorganizzato (M. Ainsworth, 1978).
Nell’ansia sociale ci sono alcune persone che hanno sperimentato nella loro vita un attaccamento insicuro, e sono cresciute facendo affidamento non sulle figure di accudimento ma su se stessi, ricercandol’autosufficienza sul piano emotivo, e tenderanno poi sentirsi insicuri in tutte le loro relazioni. Ci sono anche altre persone che hanno un profondo attaccamento alla loro “base sicura”, che però non funziona in modo adattivo ma impedisce di esplorare e raggiungere obiettivi; in questo caso l’ansia per gli estranei diventa legata al loro bisogno di stare vicino a casa e alle loro figure di accudimento. Detto questo, non è detto che solo le persone che presentano questi tratti di personalità sviluppino poi ansia sociale, ma potrà presentarsi anche in presenza di relazioni normali e sane con la famiglia di origine.
- – Le ansie sociali riguardanti: estranei e incertezza/performance e confronti/conflitti e rifiuti. Ci sono alcune angosce “di base” che le persone vengono “preparate” a provare e le tre ampie classi di ansia elencate qui sono fondamentali. Nella strange situation, strumento ideato da M. Ainsworth, nel quale bambini piccoli si trovano inaspettatamente in presenza di un estraneo, si osservano le reazioni alla presenza di questi estranei e alla presenza/assenza delle figure di accudimento.
L’estraneo è potenzialmente legato sia alla minaccia che all’incertezza: non sapere cosa succederà dopo o cosa fare dopo può essere sufficiente per scatenare la paura e l’ansia.
Uno dei modi più basilari per fortificare il proprio valore sociale e relazionale è attraverso l’esecuzione efficace di compiti qualificati, quindi l’autorealizzazione e la disponibilità al confronto con l’altro riguardo le nostre abilità. Il rovescio della medaglia è che una scarsa performance percepita nel confronto sociale potrebbe essere legata alla perdita del valore relazionale e dell’influenza sociale; questa perdita è spesso temuta e per molte persone con ansia sociale l’idea di offrire una performance sociale (ad esempio, parlare in pubblico) che li apre alla critica o a scarsi confronti sociali con gli altri è a dir poco terrificante. Inoltre il conflitto e il rifiuto sono le minacce più dirette all’influenza sociale e al valore relazionale: l’idea di essere criticati o rifiutati da un gruppo è comprensibilmente spaventoso per molte persone, ma risulta semplicemente intollerabile per le persone con ansia sociale. Quindi mettono in atto molte strategie, soprattutto di evitamento delle situazioni potenzialmente pericolose, per evitare tutte le possibili forme di critica o di rifiuto.
- – Il filtro “da privato a pubblico” è fondamentale per comprendere l’ansia sociale. Se proviamo a riflettere sui nostri pensieri e sentimenti e su ciò che effettivamente condividiamo con gli altri vedremo che probabilmente ci sono molti filtri che applichiamo nel rapportarci con gli altri.
- – Il narratore interno: il sé privato è il narratore interno che dà un senso alle esperienze e al mondo che ci circonda, ospita il proprio concetto di sé e della propria identità e regola il nostro comportamento in relazione all’ambiente sociale e relazionale (cioè, svolge un ruolo centrale nella gestione della parte pubblica di te stesso). La sensazione di “autocoscienza” descrive il processo attraverso il quale il narratore interno diventa particolarmente attivo nel tentativo di filtrare le esposizioni, le espressioni e le esibizioni problematiche; il narratore interiore diventa critico quando la propria performance non è all’altezza delle aspettative. Spesso si crea un circolo vizioso per cui non si riesce più ad iniziare un compito e lo si evita per timore di non essere all’altezza e per timore del giudizio degli altri.
Questi elementi di cui abbiamo discusso sono utili a catturare il quadro completo dell’ansia sociale, e sono da inserire nel contesto della propria storia di apprendimento e di sviluppo. Cioè bisogna capire quali sono state le origini evolutive dell’ansia sociale per quella specifica persona, con particolare attenzione alla storia dell’attaccamento e ad ogni storia di trauma; qual è l’attuale contesto relazionale e qual è la capacità relazionale della persona; infine come è emerso il modello di evitamento “negativamente rinforzante” e come possiamo comprendere e occuparci del circolo vizioso psicologico che si è innescato.
L’ansia sociale è una condizione psicologica relativamente comune ed ha un forte impatto sul benessere psicologico generale; non è insolito che le persone che ne soffrono perdano molti anni a cercare di lottare in autonomia con questa condizione prima di chiedere aiuto ad uno specialista.
Bibliografia:
Gregg Henriques, A New Unified Theory of Psychology (in stampa)
Bowlby J., (1982), Costruzione e rottura dei legami affettivi, Raffaello Cortina Ed. Milano
Ainsworth M., Blehar M., Waters E., Walls S. (1978), Patterns of attachment: a psychological study of the strange situation, Lawrence Erlbaum Associates Publishers, Hilldale